Il preparatore atletico rossonero, collaboratore di Montella, dà alla Gazzetta dello Sport la sua versione riguardante il suo allontanamento
Tanti anni di collaborazione con Vincenzo Montella e la volontà di introdurre metodi di lavoro innovativi, spesso in contrasto con quelle che sono le idee tradizionali in merito al lavoro atletico delle squadre di calcio. Emanuele Marra, arrivato al Milan con Montella nell’estate del 2016, è stato improvvisamente allontanato nel settembre dell’anno successivo. Una scelta improvvisa, su cui si sono fatte molte speculazioni. Tuttosport aveva da subito ipotizzato, ad esempio, come fosse stato l’ex capitano Bonucci a spingere per farlo fuori. La società, in smentita, aveva invece affermato come la scelta fosse stata fatta dal solo Montella. Marra, a distanza di un anno e mezzo, dà alla Gazzetta la sua versione dei fatti.
Marra: “L’allontanamento? Fu imposto a Montella”
“Non fu una scelta spontanea di Vincenzo, fu costretto a farlo, perché o mandava via me o andavamo via tutti. L’ordine partì dall’alto, dai dirigenti di allora“. Il riferimento, ovviamente, è alla coppia Fassone-Mirabelli.
“Fu messo in discussione il mio metodo per colpire soprattutto Montella. Si disse che avevamo eliminato la carne dal menu dei giocatori: falso. Ho rispetto per i vegani, ma io non lo sono, ritengo che gli atleti possano mangiare la carne, ma non a pranzo e a cena. In quel momento, però, faceva comodo diffondere messaggi di questo tipo”.
Marra: un anno e mezzo di innovazioni al Milan come preparatore
“Al Milan – prosegue Marra – monitoravamo continuamente i calciatori con il Gps sia durante gli allenamenti sia con i report della partita, sapevamo come e dove intervenire. Se una squadra non brilla una settimana e nella partita successiva va a mille pensate davvero che basti correggere la preparazione facendo tante ripetute per ritrovare smalto e capacità di corsa?“.
Le innovazioni, fra l’altro, non si limitavano al lavoro sul campo. “Nello staff del Milan oltre al nutrizionista avevamo introdotto un maestro di arti marziali per puntare anche sull’equilibrio neuromuscolare. Tutto spazzato via in virtù di metodi di lavoro classici, forse superati“.